Nemmeno a dirlo, l’AI sta trasformando anche il settore della Search, con modalità interattive che forniscono risposte più dirette e personalizzate.
Qualche anno fa i Social hanno aperto la strada, perché capaci di dinamiche incisive che consentivano scoperte rapide e inedite. Grazie ai video brevi e ai contenuti UGC, TikTok e Instagram sono diventati i motori di ricerca della GenZ.
Con le tecnologie di GenAI la ricerca online cambia ancora. Il paradigma?
Meno link, più risposte pertinenti. Gli LLM studiano per diventare influencer e costruiscono relazioni attraverso esperienze intuitive. SearchGPT, Perplexity, MetaAI o Claude non si limitano all’analisi di parole chiave, ma comprendono il contesto di riferimento e restituiscono suggerimenti molto puntuali.
La SEO classica evolve di conseguenza in AI Optimization.
Se la scoperta è guidata dall’Intelligenza Artificiale, occorre puntare su contenuti strutturati di tipo conversazionale per essere visibili ai modelli linguistici che generano le risposte. Gli analisti prevedono un calo del 25% nelle ricerche tradizionali entro il 2026 e stimano che già oggi il 60% delle ricerche sia ZeroClick.
Google gestisce 14 miliardi di ricerche al giorno, controlla ancora il 93.57% del mercato e certamente non trema, ma non può ignorare questo trend tecnologico.
Nel dubbio, ha rilasciato due funzionalità potenziate da Gemini: AIOverview, che in cima alla pagina dei risultati genera una sintesi delle informazioni più rilevanti e AIMode, chatbot multimodale con avanzate capacità di ragionamento.