• 16 Febbraio

    Inizia l’era dello Spatial Computing.

     

Con il lancio di Apple Vision Pro, il futuro del lavoro e dell’intrattenimento è più prossimo. L’era dello Spatial Computing “is here to stay”. Siete pronti?

I visori per la realtà mista rappresentano la frontiera avanzata dell’interazione tra fisico e digitale. Il passaggio dal Personal, al Mobile, allo Spatial Computing fa parte di una visione a lungo termine. L’informatica spaziale è una evoluzione nell’utilizzo della tecnologia e consente alle persone di interagire e comunicare in modo nuovo, di creare contenuti, prodotti, esperienze e servizi in ambienti sia fisici che virtuali. L’obiettivo è espandere l’interattività, le possibilità di lavorare, collaborare e interagire con dati e applicazioni in maniera completamente inedita.

Dotati di fotocamere, scanner, microfoni e sensori integrati, i device sfruttano l’AI e l’IoT per creare relazioni più coinvolgenti. Gli algoritmi di Intelligenza Artificiale e i sistemi di Computer Vision saranno determinanti nell’evoluzione dello Spatial Computing. I dispositivi comprenderanno il mondo esterno con una precisione sempre maggiore, l’interazione con il mondo digitale sarà sempre più naturale, intuitiva e immersiva.

Gli investimenti in questo campo sono notevoli. Il settore AR/VR B2C ha guadagnato 31,12 miliardi di dollari nel 2023 e gli esperti prevedono un aumento fino a 52,05 miliardi di dollari per il 2027, con un tasso di crescita del 67% in soli 4 anni. Si stima che entro il 2024 in tutto il mondo ci saranno 1,4 miliardi di dispositivi con funzionalità AR, la maggior parte mobile. Con l’aumento dell’adozione di display vicini agli occhi, i cellulari saranno sempre meno rilevanti. Il mercato globale degli smartphone è diminuito del 14% nel 2023, le vendite globali di occhiali AR sono aumentate di oltre il 45%.

Sempre più consumatori scelgono l’AR per: Gioco (49%), Allenamenti (33%), Shopping (28%), GPS in tempo reale (23%), Messaggistica in tempo reale (22%), Istruzione (21%).

I dispositivi avranno impatti in diversi ambiti della vita personale e lavorativa, ecco qualche esempio, anche se la lista può essere infinita:

  • Play: aumentare le proprie abilità nel Gaming; indossare abiti fashion esclusivi; ascoltare musica mediante Spatial Sound; divertirsi al Karaoke.
  • Work: organizzare call olografiche da qualsiasi luogo; disegnare progetti in collaborazione; editare documenti da remoto; avviare la traduzione istantanea di una conversazione.
  • Education: tenere lezioni e presentare in modo interattivo; fare viaggi virtuali nello spazio e nel tempo; visitare musei, eventi e mostre in tutto il mondo.
  • Health: raccogliere dati biometrici, monitorare movimenti o pulsazioni; personalizzare le cure dei pazienti e fare diagnostica in tempo reale; migliorare il lavoro degli staff medici, assisterli e aggiornarli a distanza.

Lo Spatial Computing rivoluzionerà diversi settori, dalla produzione industriale al retail. Tra i casi d’uso promettenti: progettazione, formazione, salute, turismo e cultura, assistenza remota.

Le limitazioni da superare per avere un’adozione su vasta scala sono ancora numerose, le più importanti riguardano usabilità, interoperabilità, privacy e sicurezza, non da ultimo i costi. I prodotti sono ancora invasivi e pesanti, la durata della batteria è scarsa. Possiamo considerarli prodotti di prima generazione, certamente le versioni future saranno più piccole e leggere. La tecnologia ci ha abituati a queste dinamiche per poter raggiungere e consolidare standard accettabili. Sono le fasi iniziali di una trasformazione e di un cambio antropologico più potente di quello avvenuto con gli smartphone. Le nuove interfacce cambieranno gli individui e il business. Come sostiene Tim Cook, probabilmente niente sarà più come prima.

Qui un’infografica dettagliata: https://lumusvision.com/future-of-spatial- computing/

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